Prima di parlare dei nostri servizi SEO con un cliente, una delle prime cose che domandiamo è “Hai installato Google Analytics sul tuo sito?” Non siamo i soli a chiederlo: una qualche forma di analisi dei dati è auspicabile per migliaia di professionisti SEO. Perché? Cosa sono Google Analytics e gli altri programmi di analisi? Che cosa possiamo imparare?
Ora, l’ottimizzazione dei motori di ricerca è un servizio specializzato. Si tratta di un settore in continua evoluzione, e bisogna tenere il passo. Questo significa che non possiamo passare tutto il tempo che ci vorrebbe per diventare specialisti di analitica, perché siamo impegnati a migliorarci in qualità di professionisti qualificati sulla SEO. Ne sappiamo abbastanza per aiutare i nostri clienti, ma anche noi di tanto in tanto ci rivolgiamo a qualcuno che conosce a fondo l’analisi dei dati. Il nostro specialista di analisi dei dati è Massimo Paolini, di MPThree Consulting (una promozione spudorata, ma ne vale la pena!).
Perché? Perché Google Analytics fornisce dati concreti. Non si tratta di sole supposizioni, lettori; dati concreti, unitamente alla capacità di comprenderli fino in fondo, sono due passaggi fondamentali per la crescita del tuo sito web e della tua attività.
Cosa ci insegna Google Analytics
Google Analytics fornisce una miniera di informazioni sul proprio sito web, come:
• Quanti visitatori arrivano sul sito?
• Qual’è la loro landing page? Ogni pagina del tuo sito web è una landing page, ognuna di esse può attirare visitatori.
• Da dove provengono? I visitatori possono arrivare da numerosi luoghi.
• Quali sono i termini di ricerca che hanno usato per approdare sul tuo sito web?
• Stanno navigando nel tuo sito o si stanno allontanando dalla landing page su cui sono giunti?
• Se visitano altre pagine, su quali si soffermano?
Perché queste informazioni sono importanti?
Landing page: Ogni pagina può essere una landing page, ma alcune pagine non sono pensate per esserlo. In altre parole, le tue FAQ, ad esempio, potrebbero non avere il testo giusto per mantenere l’interesse dei visitatori. Che potrebbero leggere le FAQ e lasciare il tuo sito senza andare più a fondo. Se scopri che i visitatori approdano alle FAQ più frequentemente che sulla tua home page (che dovrebbe essere la principale landing page), allora le tue pagine potrebbero non essere impostate nel modo giusto in termini di SEO e di classifica.
Da dove arrivano i visitatori: In Google Analytics, hai tre fonti relative al traffico: diretto (i visitatori digitano l’indirizzo del tuo sito web); rinvii (dai collegamenti esterni al sito) e motori di ricerca (basato su parole chiave).
- Rinvii – Se stai utilizzando i social media per acquisire visitatori, vorrai sapere se i tuoi sforzi stanno dando risultati. Lo stesso discorso vale per l’article marketing, per il guest blog posting e per il link building. Potresti scoprire che l’articolo XYZ genera traffico maggiore dell’articolo ABC, quindi saprai di doverti concentrare di più su XYZ.
- Diretto – Il numero di visitatori che arriva al tuo sito digitando l’indirizzo del tuo sito web è un’indicazione della grande fedeltà dei visitatori e del passaparola. Confrontare il numero di visitatori diretti con l’andamento dei visitatori e la loro fedeltà (trending) può contribuire a darti un’idea di quanto il tuo sito sia interessante e appropriato per i visitatori.
- I motori di ricerca – I report relativi all’osservazione del traffico dai motori di ricerca possono essere impagabili in termini di messa a fuoco dei tuoi sforzi in ambito SEO. Per esempio, potresti scoprire che, mentre il tuo sito vende candele, stai attirando visitatori che cercano stoppini e candelieri, perché i visitatori vogliono far da sè. Se stai ricevendo visite relative a termini di ricerca che hai elencato pur non essendo il tuo business, allora saprai che devi modificare le tue esigenze in ambito SEO.
Ricerca o abbandono? Google Analytics non si limita a mostrare come arrivano i visitatori: ci fa vedere anche quel che fanno una volta sul sito. C’è un termine poco conosciuto, infatti, che descrive proprio questo passaggio. Si chiama “bounce rate”. La bounce rate indica semplicemente la percentuale di persone che visita una pagina e poi visita le altre pagine del sito, rispetto a quelli che si fermano su una sola pagina e poi abbandonano il sito. Una bounce rate elevata (oltre il 40%) significa che i visitatori si aspettano di trovare qualcosa che invece non c’è. Se vi state chiedendo perché avete 10.000 visitatori al mese e nessuna conversione, probabilmente avete una bounce rate elevata.
Pagine visitate. Sapere quali pagine vengono visualizzate da un visitatore mostra il modo in cui i visitatori navigano il tuo sito. Quando hai pubblicato il tuo sito web, avrai ipotizzato che i visitatori sarebbero arrivati sulla home page, cliccato sui tuoi servizi o prodotti e quindi ordinato qualcosa. Uno, due, tre, soldi, tutto fatto. Con l’analisi dei dati potresti invece riscontrare che, mentre alcuni visitatori seguono il percorso da te ipotizzato, altri magari arrivano sulla pagina dei tuoi servizi o prodotti, cliccano sulla sezione “Chi siamo”, visitano la homepage e poi abbandonano il sito.
Allora perché Google Analytics? Perché dati concreti? Potresti fare quello che hanno fatto molti gestori di siti web da quando è stata inventata la Internet: provare, interpretare, riscrivere, modificare, cancellare, spostare le pagine, nel tentativo di ottenere la “formula magica” per la conversione definitiva. Oppure, potresti usare Google Analytics e visualizzare dati concreti. Di conseguenza, quando ti troverai a riscrivere, modificare, cancellare o spostare le pagine, non starai tentando di indovinare. Avrai un piano preciso, e lo metterai in pratica.