Questo post nasce da un episodio realmente accaduto qualche giorno fa tra le nuvole del web e la domanda che si pone, in tono ironico nel titolo, è quanta SEO (Search Engine Optimization) ci sia nel tanto in voga Social Media Marketing.
L’episodio:
Si svolge in un gruppo Facebook, di Social Media Marketing appunto, dove brillanti menti del settore si scambiano quotidianamente opinioni ed esperienze sui temi della propria professione. Tutto in perfetto clima Social di sereno confronto e condivisione. Finché un bel mattino qualcuno ha l’ardire di iniziare una discussione sui recenti cambiamenti dell’algoritmo Google, chiamato Panda, e le sue conseguenze in campo SEO.
Senza addentrarmi nei particolari dell’operazione di Google, e dei risultati, vi rimando all’ottimo post dell’amico Alessandro “DbaTrade” Vitale e se ancora non vi bastasse e voleste approfondire, leggetevi pure la traduzione di Davide “Tagliaerbe” Pozzi dell’intervista di Wired agli ingegneri di Google.
Tornando al nostro episodio, la discussione si fa viva, gli interventi numerosi, chi allarmato, chi minimizza, chi cerca di capirne di più. Poi il casus belli: un giovane membro del gruppo si lamenta del, secondo lui, “fuori tema”, “Questo è un gruppo di Social Media Marketing, non di SEO” sbotta, e la frittata è fatta. Scoppia il flame, qualcuno cerca di stemperare, altri polarizzano la propria posizione, gli amministratori latitano, fino all’uscita indignata dal gruppo dell’autore del post originale.
Le reazioni:
all’incauto intervento del “nostro” le reazioni sono state le più disparate, ma la prima, forse ovvia, forse dovuta, l’istantaneo ricorso a Wikipedia nel tentativo di trovare una definizione comune di Social Media Marketing. Tentativo purtroppo vano, dato che ognuno interpreta l’etimologia del termine a proprio vantaggio. Chi ne enfatizza il legame col posizionamento e la Social Media Optimization, chi l’aspetto di gestione aziendale tout court, chi sottolinea l’importanza dell’analisi dei dati e chi invoca la sociologia… siamo in Italia, baby, qui ci si insulta ancora tra “comunisti” e “fascisti” e ci si picchia per Roma-Lazio, e il confronto sereno, tanto Social, va a farsi benedire.
Le riflessioni:
assodato che nel nostro Paese confronto spesso fa rima con scontro, che alcune intemperanze giovanili sono appunto attribuibili all’età, spiace constatare che in un gruppo dedicato ai Social Media si sia persa di vista la prima e fondamentale risorsa “social”, la conversazione. Spiace sentir parlare di “vecchio approccio” e rottura col passato in riferimento alla SEO, di SMM in “senso stretto” con relative limitazioni e distinzioni disciplinari tra ambito tecnico e culturale, di intravedere quasi uno scontro generazionale tra chi nel web lavora da anni, e magari guarda con curiosità e sospetto chi ci è appena entrato, e chi si è appena buttato nella corrente 2.0, e magari fatica a riconoscere l’importanza delle esperienze che l’hanno preceduto.
Ma non era proprio il Web 2.0, il Social Networking, che doveva eliminare tutti questi limiti favorendo la creazione di community, la condivisione della conoscenza, il mashup dei saperi?
Le (mie) conclusioni:
Come ho già avuto modo di affermare nel suddetto gruppo, e altrove, io per primo sono un convinto assertore che il cambiamento portato dai Social Media nella comunicazione riguardi innanzi tutto un salto “culturale” più e prima che il mero utilizzo di strumenti, che il Web 2.0 abbia cambiato, e stia cambiando, la percezione e l’utilizzo della rete e non solo i mezzi per “navigarla”. Ma se devo imparare come affrontare questo cambiamento, se devo approfondirne le dinamiche, se voglio mettere in pratica strategie di marketing, allora la conoscenza degli strumenti non può venir meno.
Quindi ben vengano le discussioni e i tutorial su come realizzare una perfetta Fan Page di Facebook, su come utilizzare tal pulsante o tal altro di un qualsiasi Social Network, ma certo questo non può prescindere dai fondamenti di Web Marketing. Ho un bel agitarmi a cercare di creare engagement (coinvolgere prego, non ingaggiare!) di stimolare la conversazione, i commenti, la condivisione sul mio sito/blog, se poi questo è sconosciuto perché penalizzato dai motori di ricerca.
Nel web, come in tutte le cose, niente è totalmente nuovo e slegato dal percorso che ha portato al cambiamento: Google sta cambiando, SEM (Search Engine Marketing) e SEO sono in continua evoluzione, tutto sta diventando più “social” e maggiormente incentrato sui contenuti, ma quei contenuti io devo renderli facilmente reperibili.
La mia formazione umanistica e il mio sconfinato amore per Barthes e il suo approccio semiologico a tutti i campi del sapere, mi fanno dare grande importanza ai termini con cui definiamo le cose (d’altronde il nostro stesso pensiero è fatto di linguaggio) ma senza che i nomi diventino limitazioni, senza dimenticare che le definizioni sono in continuo divenire.
E al mio giovane amico che ha concluso il suo intervento con la domanda provocatoria se sia allora da ritenere Social Media Marketing tutto il web (marketing, SEO, sviluppo, grafica…), altrettanto provocatoriamente rispondo che sì, è proprio questo che si cela in quelle due paroline, perché Media significa tutti questi supporti e perché per renderli Social devo sempre mantenere una visione il più ampia e il più interdisciplinare possibile.
E’ questa la grande sfida e la grande rivoluzione della comunicazione che il Web 2.0 ci invita ad affrontare e che, personalmente, mi stimola e mi coinvolge maggiormente.
E tu cosa ne pensi? Ci fai o ci SEO? Si scateni la discussione nei commenti!